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Globalizzazione e digital divide

2013-09-26 14:39

Flazio Team

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La globalizzazione ha cambiato il mondo in maniera rapida comportando, tra le tante, una redistribuzione delle risorse e un accesso universale alle informazioni

La globalizzazione ha cambiato il mondo in maniera rapida comportando, tra le tante, una redistribuzione delle risorse e un accesso universale alle informazioni.

Uno tra i risultati tangibili è quello per cui tendiamo ad assomigliarci sempre più in termini di gusti, preferenze e comportamenti. 
Nel corso del tempo più volte si è assistito a fasi di globalizzazione, ne sono esempi l’impero romano, quello alessandrino e quello britannico, praticamente ciò avveniva ogni qualvolta un paese diventava talmente forte da imporre la pace.
Due fenomeni principali contraddistinguono l’attuale fase di globalizzazione rispetto alle precedenti: 1. l’imponente diffusione delle ICT (Information & Communication Technology), ossia l’unione tra le tecniche di comunicazione e le tecnologie informatiche. 2. il consenso volontario di stati che si uniscono attraverso accordi e organizzazioni internazionali (es. WTO, World Trade Organization). 3. il minor impatto delle distanze geografiche, per via dei minori costi e della maggior velocità dei mezzi di trasporto.
Approfondendo il primo punto ci si rende conto che le ICT e in particolare il mondo del web se da un lato “unisce”, dall’altro “separa”. Parliamo del cosiddetto “digital divide”, quel divario digitale che traccia una linea di confine tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi purtroppo ne rimane escluso.nnGià nel dicembre del 2000 il segretario di stato degli U.S.A. Colin Powell in un suo discorso tonava:nn“Oggi si parla molto di "divario digitale" - il divario fra coloro che hanno accesso alle meraviglie della tecnologia digitale e a internet e coloro che non l’hanno. Quando mi occupo di questo tema io uso un termine ancora più forte: apartheid digitale. [...] Questo vale in America come nel resto del mondo. [...]nSe l’apartheid digitale persiste, siamo tutti sconfitti. Gli esclusi dal digitale saranno più poveri, più che mai diffidenti nel progresso e non diverranno quei lavoratori specializzati o potenziali consumatori necessari per la crescita della economia di Internet. Per questo il settore privato è ansioso di far crollare il muro tra gli inclusi e gli esclusi dal digitale.” nnSono passati tredici lunghi anni nel corso dei quali abbiamo assistito a guerre, rivoluzioni e atti terroristici. Il mondo sta cambiando e lo sta facendo in una direzione. 
È ormai fondamentale prendere confidenza con tutte quelle tecnologie che a prima vista possono apparire distanti se non addirittura diaboliche. Dall’altro lato della barricata i produttori di tecnologie elettroniche e informatiche si adoperano quotidianamente per migliorare l’usabilità dei loro prodotti per avvicinarsi sempre di più al consumatore meno esperto, cercando di capirlo, di accontentarlo e di facilitare la sua personale interazione con il mondo del web. nnLo sforzo si muove su dunque vari campi: sociale, infrastrutturale, senza sottovalutare l’alfabetizzazione informatica. 
In questi anni bisognerà dunque camminare gli uni verso gli altri, in un’ottica di comunione che potrà permetterci di raggiungere un reale cambiamento globale e un accesso UNIVERSALE al mondo del web e delle tecnologie digitali.


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